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Quale pianta o aiuola migliori per il periodo invernale

Che le aiuole si possano fare solo in primavera è decisamente un falso mito.

Non è assolutamente vero, forse è più il cliente che ha quest’idea perché vede nella primavera la risoluzione di ogni male.

In realtà l’autunno e l’inverno sono tra i mesi migliori per realizzare un’aiuola, ad esclusione delle piantumazioni di erbacee perenni, graminacee ornamentali e piante aromatiche e mediterranee in generale.

Ma allora la domanda è: cosa posso piantare in inverno?

Qual è la pianta che posso mettere a dimora nel mio giardino per renderlo più affascinante in questa stagione fredda, cupa e diciamocelo… quasi mistica?

Beh, tra le tante varietà arbustive possiamo sicuramente propendere per l’edgeworthia, il calicantus e il nocciolo contorto (corylus avellana contorta).

Ogni specie ha le sue caratteristiche: l’edgeworthia ha un portamento basso e largo, molto caratteristico e crea un effetto di fiori bianchi spettacolari in un periodo “morto”.

Il calicantus fiorisce tra Gennaio e Febbraio sui rami nudi ed ha un portamento di un piccolo albero (circa 4/5 m di altezza massima), si può mantenere anche con delle potature a testa di salice rendendo più semplice la potatura.

Ultimo ma non per importanza il nocciolo contorto, uno degli arbusti di piccola dimensione più apprezzato dal sottoscritto. 

In inverno crea una fioritura estremamente abbondante con dei frutti molto intensi che ricadono verso il basso (si chiamano amendi).

La forma intrecciata dei rami dona un’eleganza unica a questa meravigliosa essenza che, insieme agli amenti gialli di Febbraio, completano il meraviglioso quadro generale del nocciolo contorto.

Oltre a queste ci sono tantissime altre varietà che potremo piantare nella stagione invernale, che ha peraltro la caratteristica di avere anche il vantaggio di necessitare di pochissima o zero acqua per attecchire.

A differenza della piantumazione primaverile in cui, andando incontro all’estate, la gestione dell’irrigazione, seppur automatica, sarebbe decisamente più impegnativa rispetto a quella invernale.

Le possibilità ci sono tutte, ma la cosa più importante è saper trovare il giusto equilibrio tra: esigenze del cliente, esigenza della luogo geografico, esigenze delle piante messe a dimora.

Per questo noi di Piacentini Giardini collaboriamo con i migliori professionisti di ogni settore per poter dare al cliente finale il miglior servizio possibile.

Nulla viene costruito a caso, nulla viene fatto a spanne… 

Tutto ha uno studio e una pianificazione: si chiama progettazione del verde ed è la chiave per realizzare il tuo giardino dei sogni.

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Malattie più frequenti delle piante nel periodo invernale

L’inverno è un periodo dell’anno che mette in difficoltà i nostri prati, soprattutto a livello di temperature e di mancanza di sole.

Questa fase dell’anno è molto delicata perché i prati iniziano a ingiallire sotto l’effetto della poca luce solare e delle ore di luce, che sono inevitabilmente minori rispetto ad una condizione primaverile o estiva.

In qualche annata particolare abbiamo anche visto cadere la neve sui nostri prati, imbiancandoli interamente, ed è proprio di questo che ti voglio parlare con questo articolo.

Dopo una nevicata che persiste sull’erba per più di 36/48h, c’è una forte probabilità di insorgenza di rhizoctonia cerealis (macchia bruna invernale).

Essa è una malattia fungina dei manti erbosi, che compare principalmente dopo lo scioglimento della neve. Non serve tanto, bastano anche solo 48h di persistenza e il danno sarà probabilmente servito.

La malattia si manifesta con delle chiazze di color marrone / arancione a forma di cerchi e nella maggior parte dei casi… ecco una bella notizia: sparirà da sola alle prime temperature miti!

Il danno resterà visibile ma fortunatamente, essendo un danno fogliare, si limiterà alle scottature delle foglie che andranno sistemate tranquillamente la primavera successiva con un’arieggiatura leggera.

Non preoccuparti se vedrai macchie come questa in foto

ma rendiamoci consapevoli che è un danno molto leggero e perlopiù estetico e limitato.

Laddove il danno dovesse essere tanto, all’inizio della stagione invernale potresti valutare di fare un fungicida, sebbene te lo sconsiglio.

In quanto spesso si rivela essere un inutile utilizzo di prodotti fitosanitari più o meno impattanti per la risoluzione di un problema naturale e soprattutto limitato nel tempo.

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Attrezzature e macchinari da giardino

Il giardinaggio è uno dei lavori più belli ma anche uno dei passatempi più rilassanti.

Recentemente uno studio americano ha dimostrato che è il miglior metodo per la gestione dello stress, soprattutto riguardo le depressioni.

Questo la dice lunga rispetto ai grandi benefici che ha il nostro lavoro, che per quanto possa piacere o meno, restano indubbiamente scientifici.

Non c’è dubbio che per prendersi cura del proprio prato sia necessario munirsi un minimo dell’attrezzatura corretta.

Nel 2020, in tempo di covid, impotenti e bloccati in casa da ciò che stava succedendo, abbiamo deciso di creare il primo video corso di giardinaggio online: un corso che ti permette di seguire il tuo giardino dalla A alla Z in totale autonomia seguendo i miei consigli.

Ad inizio corso abbiamo dedicato proprio un video (un bonus)* riguardante i materiali e le attrezzature necessarie per iniziare a svolgere i primi passi in autonomia nel tuo spazio verde.

Sperando che ti possa esser utile, ti lascio il link: guardalo ma soprattutto, seguimi nei consigli per gli acquisti. 

Il tuo giardino ti ringrazierà.

Se invece vuoi acquistare il corso completo puoi farlo dalla nostra libreria digitale cliccando direttamente qui: https://www.piacentinigiardini.it/negozio/ 


Sei pronto a diventare un maestro del giardinaggio?

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Alberi da ombra che non sporcano

Tante volte, durante la fase progettuale del futuro giardino, mi viene chiesto di piantare alberi da ombra che non sporcano.

Effettivamente è una cosa possibile, ci sono moltissime alberature sempreverdi, ma poter piantare ma occorre fare un paio di precisazioni dove dobbiamo valutare:

1 – lo spazio che abbiamo a disposizione

2 –  la luce

3 – lo sviluppo finale dell’albero

Il punto 1 e 3 vanno a braccetto: spesso mi vengono fatte richieste molto semplici ma ingestibili dal punto di vista progettuale.

Se voglio un cedro del Libano in centro a Verona, in un giardino di 100 mq, forse non è una grande idea. Non lo è per questi due fattori che potrei riassumerti in un concetto unico: non hai gli spazi necessari per il corretto sviluppo dell’albero che, adesso magari è 4/5 metri ma un domani sarà 20 metri e creerà problemi.

E cosa succede se lo pianti lo stesso? La pianta crescerà verso l’alto lasciando seccare le parti più basse della chioma, perché andrà alla ricerca della luce e lentamente diventerà sempre più striminzita, soprattutto nei lati in cui la chioma “guarda” verso le case o i vicini.

Il risultato sarà un albero sformato senza alcun valore estetico e che spesso necessita di interventi di potatura continui per essere mantenuto ad una certa altezza.

Cosa che in natura non accade: i problemi di piantumazione sono SEMPRE problemi progettuali.

Poi c’è un altro aspetto molto importante da tenere in considerazione, quando chiediamo qualcosa di sempreverde “che non sporchi” ed è questo:

sei così sicuro che sia un vantaggio durante l’inverno?

La chioma di una pianta sempreverde è molto imponente e questo spesso è un problema per la stagione invernale, soprattutto se la pianta è molto vicina alla casa.

L’inverno è lungo e complesso e avere un pino o un cedro di 15 / 20 metri che porta via tutta la luce potrebbe essere un vantaggio, ma spesso non lo è, almeno durante la stagione fredda.

Quando spiego questi pro e contro ai nostri clienti spesso cambiano idea da soli riguardo il sempreverde  e spesso lo fanno anche solo perché capiscono che non è possibile piantare alcuni alberi in zone di città o dintorni.

Tuttavia esiste un altro motivo da valutare.

Devi sapere che tutte le piante sempreverdi non perdono le foglie in inverno, ma hanno comunque il cambio aghi (cioè il cambio foglie delle conifere).

Prova ad andare sotto un cedro o un pino marittimo tra Aprile e Giugno e fammi sapere quanti aghi raccogli.

Quindi anche qui potremo parlarne, rispetto al fatto di piantare alberi che non sporcano: tutti sporcano, chi più chi meno, chi in un modo chi in un altro.

Ogni specie e scelta varietale va ponderata con molta attenzione, motivo per la quale noi di Piacentini Giardini prima di effettuare qualsiasi realizzazione effettuiamo una consulenza seguita da una progettazione in 3d. 

In modo tale da permettere al cliente di entrare in tutti questi dettagli tecnici di difficile reperimento nella giungla del tanto amato online, che molto spesso crea più danni rispetto ai benefici.

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Prato in naturale o sintetico?

Ultimamente stiamo notando moltissime richieste di posa di prato sintetico.

Proprio per questo motivo ho deciso di fare un articolo per spiegare i pro e i contro del sintetico.

Facciamo una premessa: come azienda abbiamo deciso di NON fare prati sintetici.

A nostro avviso è una grandissima forzatura che non tolleriamo, tuttavia è fuori discussione che sia una nuova moda che sta risolvendo molte problematiche di manutenzione (e questo si chiama semplicemente NATURA).

Ad ogni modo, riassumo di seguito pro e contro dei prati sintetici.

VANTAGGI

– zero manutenzione

– prato sempre ordinato (senza arieggiature successive )

– zero prodotti fitosanitari, diserbi

– assestamenti del terreno assenti

SVANTAGGI:

– altissimo surriscaldamento della superficie 

– in alcuni casi problemi di calpestamento dovuti al surriscaldamento del prato da parte di animali e bambini 

– rifacimento completo molto oneroso

– altissimo costo di realizzazione 

I vantaggi mi pare siano ben chiari, tuttavia voglio soffermarmi un attimo sugli svantaggi così da farti comprendere meglio cosa intendo.

1 – Altissimo surriscaldamento della superficie

Non dimentichiamo che la maggior parte dei prati sintetici sono di plastica (molto lavorate, ecologiche, tutto quello che vogliamo, ma stiamo parlando sempre di plastica).
La plastica scalda: è un dato di fatto.

Con l’estate e il caldo infernale, i prati alzano la temperatura stessa dell’area, creando un’afa decisamente sgradevole con un conseguente aumento molto importante della temperatura dell’erba finta.

Questo va a creare del fastidio agli animali o ai bambini che frequentano il giardino perché a piedi nudi crea un po’ di scomodità per il surriscaldamento stesso.

Non dico che il caldo brucia i piedi dei bimbi o le zampe dei cani, dico solo che è sicuramente fastidioso e forse non è propriamente quello per il quale realizziamo un’area verde, la quale dovrebbe avere un unico scopo: godersela.

2 – Rifacimento completo molto oneroso

Mi è capitato più volte di clienti che hanno dovuto rifare il giardino da capo.

Alcuni avevano i prati sintetici.

Il problema è che il prato sintetico generalmente viene posato su un letto di stabilizzato o addirittura su una soletta di cemento per evitare che si assesti e resti stabile nel tempo.

Bello no? Si, se non fosse che, dal momento in cui ti stanchi dell’erba finta e vuoi tornare al naturale (perché mi è già successo più e più volte), devi entrare con le ruspe e smantellare tutto da capo con oneri e onori del caso (credimi, non parliamo di cifre banali!).

3 – Altissimo costo di realizzazione

I costi del prato sintetico hanno un impatto molto alto rispetto ad un giardino tradizionale perché hanno delle lavorazioni totalmente diverse. 

Per esempio un prato normale lo fresi con la motozappa e poi lo semini, il prato sintetico ha bisogno più di un lavoro edile che di giardinaggio con il relativo impatto anche ambientale diciamo non dei migliore

Ora, a fronte di pro e contro, la nostra domanda è: ma ha veramente senso posare un prato sintetico?

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Potatura degli olivi

Molto spesso mi viene chiesto se Novembre è un buon periodo per potare gli olivi.

Ora però dobbiamo distinguere molti aspetti, per poter dare una risposta realistica:

1 – dov’è piantato – zona geografica

2 – che tipo di potatura è

3 – è un olivo ornamentale o da produzione

Diciamo che la potatura a Novembre può essere fatta solo nei casi in cui in cui non interessi la raccolta delle olive e nel caso in cui la potatura sia un leggero diradamento.

Per leggero diradamento intendo che le ferite dei tagli non devono essere superiori ai 3/4 cm (ed è già tanto).

Se la potatura diventa troppo spinta, esporremo l’olivo ad un intervento troppo drastico e potremo creare dei problemi di rimarginazione della ferita.

Infine, la miglior potatura per l’olivo è sicuramente una potatura a forbice, senza utilizzare il seghetto o la motosega, ma facendo semplicemente un diradamento sulla chioma.

Qualsiasi tipo di intervento pesante, a lungo andare, creerà problemi di marciumi e carie del legno.

Danni incurabili per loro natura, che porteranno la pianta a soffrire negli anni a venire.

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Consigli di novembre

Novembre è un mese tutto sommato abbastanza mite. 

A volte però nasconde delle insidie che vanno valutate attentamente, sia per quanto riguarda il prato che per quanto riguarda le piante. 

Uno degli errori più comuni che si fanno generalmente è quello di spegnere l’impianto di irrigazione a prescindere dalle temperature dalle condizioni climatiche e da quanto piove. 

È un grave errore perché noi possiamo avere una percezione della stagione in un certo modo, ma poi realtà la stagione stessa si rivela molto calda e molto asciutta: ecco che in questo caso avremmo fatto un danno, ovvero creato dello stress idrico. 

I prati sicuramente non subiranno un danno diretto in questo periodo, ma lo subiranno alla ripresa vegetativa, con la conseguenza che in primavera ti troverai già un prato e delle aiuole in difficoltà idrica. 

Anziché vederle rigogliose e pronte per la ripresa.

Non c’è una regola fissa per capire quando, quanto e in che momento della giornata irrigare.

Semplicemente occorre basarsi sulla stagionalità effettiva e non su un calendario che molto spesso, soprattutto negli ultimi anni, non è stato rispettato come tale. 

Ti faccio un esempio: se a Ottobre il clima è asciutto e poi a Novembre ci sono ancora 15°, è evidente che tu l’irrigazione la devi tenere accesa. 

Chiaramente non tutti i giorni, ma una volta settimana è necessario bagnare il prato, in modo tale che resti bello fresco e verde.

Non preoccuparti se fai andare l’impianto di irrigazione un giorno in più o un giorno in meno, l’importante è capire che la stagionalità non è sempre concomitante rispetto al calendario.

Noi personalmente consigliamo di chiudere le piante sensibili con una temperatura inferiore ai 5 gradi minimi e ai 10 di massima per preservarle al meglio.

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Storia di te, com’è nata la piacentini

Mi chiamo Alessandro Piacentini e sono nato a Verona.

Nella vita ero appassionato di piante ma senza una particolare “attenzione”. 

Ricordo un aneddoto di quando ero ragazzo in cui stavo decidendo la scuola da fare dopo le medie.

Stavo valutando di fare il grafico, lavorando con le macchine per la stampa, ma l’idea non è che mi piacesse molto eh, anzi… 

Diciamo che quello che avrei scelto facendo il grafico sarebbe stata una scelta più per esclusione che non una scelta consapevole, perché sai… io e i professori non abbiamo MAI avuto dei gran rapporti ☺

Poi un giorno sale in casa mio papà appena rientrato dalla visita ai nonni, che mi dice “è venuta la zia Isabella e mi ha chiesto se ti piacerebbe provare una scuola agraria vista la tua passione per le piante”.

Devi sapere che già dai primi tempi ho sempre amato le piante e il verde in generale: le curavo, le rinvasavo, le innaffiavo, le concimavo fin da piccolo… mi piaceva proprio.

Però non avevo nemmeno mai pensato di poterlo svolgere come lavoro. 

Beh devo dire che tanto di quanto ho costruito, lo devo a quella frase della zia. Mi arriva dritta al cuore, è amore a prima vista!

Inizio ad informarmi sulle scuole di agraria ma non mi convincono perché alla fine non sono non erano specializzate nel giardinaggio, ma solo in agricoltura, e per me era un ramo troppo ampio e lontano rispetto a quello che mi piaceva fare: curare le piante.

Quindi, proseguendo nelle mie ricerche, mi sono imbattuto nell’unica scuola di giardinaggio presente in tutto il Veneto che era un centro di formazione professionale chiamato Berto Barbarani.

Il percorso di studio è stato abbastanza tormentato (per via dei prof), ma in realtà a me piaceva tantissimo soprattutto perché in quella scuola ho avuto l’opportunità di fare per la prima volta delle lezioni pratiche, che mi sono servite tantissimo per iniziare a lavorare.

In quanto io sono figlio di un dipendente statale e non mi sono mai ritrovato aziende agricole o imprenditori alle spalle.

Per quanto possa sempre essere una scuola professionale, a me quest’istituto ha dato una grossissima mano per porre le basi a quello che oggi è il futuro della Piacentini Giardini.

Conseguito l’attestato di operatore addetto al giardinaggio, ho iniziato a lavorare ancora prima di finire il percorso scolastico e ho lavorato per otto anni da dipendente in tre realtà molto belle e molto diverse tra loro, imparando tantissime cose che tuttora mi tornano utili.

Nel lontano gennaio 2012 apro la mia partita Iva con tanti dubbi e tante incognite e un solo cliente di 30 m². Oggi rido se ripenso a quella situazione, ma fidati di me, al tempo non ridevo affatto ☺

Ero un po’ un pesce fuor d’acqua, perché nessuno della mia famiglia aveva mai avuto un’impresa prima di me. 

Per cui ho dovuto costruirmi tutto completamente da zero (attrezzatura da comprare, camion, clienti, marketing e tutto quello che qualsiasi imprenditore sa benissimo debba essere costruito per tenere in piedi un’azienda).

Ma devo dire che oggi, a 12 anni di distanza, mi sono tolto delle bellissime soddisfazioni e questo è stato possibile grazie alla rete di collaboratori e di grandissimi professionisti che mi appoggiano, sia a livello operativo che a livello contabile (penso di avere i migliori consulenti di Verona e non solo).

Gran parte di tutto quello che ho realizzato fino ad oggi lo devo a loro, a persone che hanno sposato un modo di lavorare e di gestire il cliente che è completamente diverso rispetto al mercato tradizionale. 

Un modo in cui non conta il prezzo più basso, ma conta come gestiamo e curiamo il cliente dalla alla Z. 

Un modo in cui il cliente non ci deve chiamare 5000 volte senza poi avere una risposta alla sua domanda, ma siamo noi che chiamiamo lui dal momento in cui c’è da fare un lavoro.

Infine, un modo in cui tutto è organizzato nella nostra agenda elettronica e scadenziario, secondo le corrette stagionalità.

Tutto questo ci permette di avere soddisfazioni continue e costanti e quasi sempre almeno un mese di preavviso per poter fare il lavori. 

Questo significa che le persone apprezzano molto il nostro operato: il segreto sta sempre nell’organizzazione, mai nell’improvvisazione.

Negli ultimi anni stiamo sviluppando un sistema, grazie alla progettazione che abbiamo implementato in azienda, di realizzazione di giardini a bassa manutenzione con utilizzo di piante erbacee perenni e graminacee ornamentali di vario interesse.

Abbiamo notato che l’esigenza di un prato è un’aiuola che necessiti di meno acqua e meno potature o sfalcio del prato. 

È un’esigenza comune per tutti i clienti e gli siamo venuti incontro sviluppando e potenziando un servizio di progettazione che prevede tre render fotografici +1 video 3D che mostra al cliente l’effetto finale del suo giardino a sviluppo finale.

Ora collaboriamo con varie realtà del territorio e siamo attivi anche a livello di collaborazioni con imprese edili, agenzie immobiliari, floricoltori locali, garden Center e molte altre che consentono alle stesse aziende partner di poter ampliare i loro servizi, creando maggior valore per l’utilizzatore finale.

Il 2022 si chiuderà come anno record da tutti punti di vista e siamo estremamente orgogliosi di quello che stiamo costruendo, ma soprattutto delle basi che stiamo ponendo per il 2023 che sarà un anno semplicemente ancora migliore di quello appena trascorso. 

Ringraziamo pertanto tutte le persone che ci mettono nelle condizioni di poter svolgere la nostra attività in totale autonomia, senza essere vincolati da prezzi a ribasso o altre condizioni che inevitabilmente si ripercuotono sulla qualità del lavoro (motivo per la quale non facciamo lavori condominiali, pubblici, statali o comunali).

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Tagli di ritorno

La potatura di ritorno è un tipo di taglio che prevede l’accorciamento della chioma in maniera il più naturale possibile.

Si dice: “la potatura perfetta è quella che non si vede” e noi di Piacentini Giardini condividiamo al 150% questa frase.

Con i tagli di ritorno non andremo a pulire internamente la chioma, ma andremo a fare un contenimento.

È come se passasse un barbiere e tosasse la pianta dandogli una forma il più naturale possibile, senza fargli del male con potature eccessivamente pesanti.

Ricorda che ogni potatura è una ferita che la pianta deve andare a cicatrizzare, un po’ come noi quando ci tagliamo con un coltello da cucina: ti è mai successo?

Quando si fa un taglio di ritorno è buona norma accorciare il ramo laterale ma non “moncarlo” alla fine. 

Questo da all’alberatura o all’arbusto una forma naturale, seppur contenuta.

Il taglio di ritorno viene quasi sempre preceduto da una potatura di diradamento e di rimonda (pulizia dal secco). 

Questi 3 tipi di tagli, messi insieme, creano una potatura ad HOC per il nostro albero che sarà pronto ad affrontare nuove stagioni più in forma che mai.