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Progettazione aiuole

Un giardino che si rispetti deve avere delle macchie fiorite durante tutta la stagione vegetativa.

Ti immagini un giardino tutto spoglio durante l’estate e fiorito d’inverno?

Mhhh…

Sono sicuro che hai fatto molta fatica ad immaginarlo…

Già, perché noi di Piacentini Giardini siamo specializzati nella progettazione di aiuole a bassa manutenzione.

Aiuole così belle da vedere che sembrano quasi dei quadri di Picasso (?).

Sono aiuole particolari che, concorderai con me, hanno bisogno di essere progettate ad hoc.

Intendo dire…

Non basta mandare un link ad un cliente e dirgli “guarda questo, l’altro, st’altro…”, occorre proprio seguirlo in una vera e propria fase progettuale per accompagnarlo da zero fino al presentargli uno o più render fotografici, in maniera che possa vedere come uscirà la sua aiuola finita.

No no… non due foto di google… la SUA aiuola finita, contestualizzata con la sua casa, il suo prato, il suo gazebo, la sua piscina fronte lago…

La progettazione di un’aiuola ti permette di evitare molti errori di piantumazione, come ad esempio piantare troppe piante al mq facendo diventare quindi l’aiuola una giungla, piuttosto che piantare piante alte davanti e basse dietro perché le fioriture basse non verrebbero viste da quelle davanti e così via.

Le variabili di una progettazione di un’aiuola sono infinite e impossibili da descrivere qui.

Vogliamo parlare delle esposizioni? Luce, ombra, sottochioma?
Oppure del clima? Zona lago di garda o città o collina? A che altitudine? In montagna o in città?

Potrei andare avanti per ore e ore ma ti annoierei…

La verità è che un’aiuola a bassa manutenzione, con fioriture a scalare durante le stagioni, NON si può improvvisare, ecco perché noi di Piacentini Giardini effettuiamo anche progettazioni in 3d.

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Progetto impianto d’irrigazione

Un buon giardino deve sempre avere anche un impianto d’irrigazione. Soprattutto viste le ultime 4/5 annate in cui siccità e afa l’hanno fatta da padrona praticamente per tutta l’estate.

Un buon impianto non può essere fatto a caso ma va progettato secondo alcune regole chiare tra cui

  • zone di prato
  • spazi (dimensioni)
  • aiuole
  • microirrigazione per fioriere
  • microirrigazione per aiuole di perenni
  • zone ombra 
  • zone sole
  • zone sottochioma 
  • zona geografica (altitudine o altro)
  • portata dell’acqua 
  • pressione dell’acqua
  • presenza di un pozzo / cisterna per il recupero dell’acqua piovana

E così via… Gli aspetti da verificare sono centinaia.

Un impianto fatto a regola d’arte deve essere fatto da un professionista che sappia valutarli uno per uno, ecco perché non può esser fatto così su due piedi.

Noi di Piacentini Giardini con il tempo abbiamo creato dei coefficienti al metro quadrato quasi sempre precisi al centimetro, che ci permettono di quantificare (o almeno di dare un’idea al cliente) il suo impianto.

Ah… sia chiaro: tale dato NON è un preventivo ma un’indicazione di massima.

Il preventivo vero e proprio verrà inviato successivamente al sopralluogo, ma questo coefficiente di calcolo ci permette di capire se ha senso uscire per una consulenza e al cliente, se vale la pena investire tempo con quest’azienda o se vuole trovare un’alternativa.

La formula la utilizziamo da 8 anni ed è ampiamente apprezzata dai clienti perché rispetta il tempo di tutti.

A seguito del sopralluogo facciamo un progetto dell’impianto e al termine del lavoro vengono lasciate al cliente foto e video delle tubazioni, così da evitare rotture sotterranee qualora un domani dovessero servire degli scavi in giardino (classico esempio il cliente che vuole mettere l’illuminazione in giardino o che vuole fare una piazzola per il gazebo o piantare un’albero).

In tutti questi casi non avere foto e video significa rompere tubazioni sotterranee nel 90% dei casi.

Ecco perché con noi di Piacentini Giardini questo non succede, grazie al materiale che mandiamo a fine lavoro ai clienti, materiale i cui clienti dovranno archiviare personalmente.

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Prati a bassa manutenzione

Sono sempre più frequenti le richieste di prati a bassa manutenzione.

Seppur siamo specializzati in giardini a bassa manutenzione e seppur questo sia un argomento di fortissimo interesse, dobbiamo fare alcune premesse doverose: il prato (erba) a bassa manutenzione ESISTE ma SOLO a certe condizioni, che non tutti accettano.

Partiamo con il dire che il prato a bassa manutenzione si traduce in 2 tipologie:

  • prati di zoysia
  • prati di gramigna

Entrambi i prati si prestano moltissimo alla poca irrigazione e a pochi sfalci all’anno (parliamo di 3/4 interventi massimo), il minimo indispensabile se pensi che un prato normale ne richiede dai 20 ai 25, non credi?

Questi prati hanno anche il vantaggio di richiedere un fabbisogno idrico (esclusa la semina) di pochissimi millimetri, perché si arrangiano con quello che trovano. 

Una volta fatti germinare e fatti irrobustire per il primo anno, fine! Si arrangiano in autonomia.

Inoltre queste sementi, essendo molto vigorose, colonizzano facilmente il terreno limitando al massimo o azzerando il problema delle erbacce, problema noto per chi è del settore o anche solo per chi ne conosce un minimo gli aspetti.

Tutto bello ma??

C’è un però…

Questi tipi di prati sono formati da macroterme, ossia piante che sono “attive” sopra i 25 gradi circa.

Infatti i prati di zoysia e di gramigna sono verdi mediamente pochi mesi all’anno, dipende molto dalle stagioni, ma in linea generale da fine giugno a metà settembre.

Appena prima e appena dopo questa fase iniziano la fase di pre-dormienza, iniziando a cambiare colore per poi entrare in riposo vegetativo.

Il prato in autunno/inverno e prima parte della primavera sarà totalmente secco ma tranquillo/a…

NON è morto, sta riposando tranquillo per poi riprendere alla grande secondo le proprie caratteristiche agronomiche. Non serve spaventarti.

In sintesi:

i prati di gramigna e zoysia sono sicuramente da tenere in considerazione, senza però dimenticarsi che hanno la caratteristica di avere pochissima manutenzione ma anche di esser verdi pochi mesi all’anno, quelli estivi.

Motivo per il quale vengono apprezzati maggiormente da chi ha seconde case estive o ville usate principalmente d’estate.

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Taglio di ritorno

La potatura di ritorno è un tipo di taglio che prevede l’accorciamento della chioma in maniera il più naturale possibile.

Si dice: “la potatura perfetta è quella che non si vede” e noi di Piacentini Giardini condividiamo al 150% questa frase.

Con i tagli di ritorno non andremo a pulire internamente la chioma, ma andremo a fare un contenimento.

É come se passasse un barbiere e tosasse la pianta dandogli una forma il più naturale possibile senza fargli del male con potature eccessivamente pesanti.

Satisfied Caucasian Gardener with Gasoline Hedge Trimmer in a Garden. Agriculture Theme.

Ricorda che ogni potatura è una ferita che la pianta deve andare a cicatrizzare, un po’ come quando noi ci tagliamo con un coltello da cucina: ti è mai successo?

Quando si fa un taglio di ritorno è buona norma accorciare il ramo laterale ma non “moncarlo” alla fine. 

Questo offre all’alberatura o all’arbusto una forma naturale seppur contenuta.

Il taglio di ritorno viene quasi sempre preceduto da una potatura di diradamento e di rimonda (pulizia del secco). 

Questi 3 tipi di tagli messi insieme creano una potatura ad HOC per il nostro albero che sarà pronto ad affrontare nuove stagioni più in forma che mai.

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Interrasassi per motocoltivatore

Nelle fasi di una realizzazione di un giardino, c’è sempre la fresatura del terreno, che consiste nel muovere il terreno per circa 20/25 cm con una macchina a motore.

Quest’intervento si chiama fresatura del terreno, e può essere fatta in più modi:

  1. Manualmente con un badile, semplicemente muovendo la terra in maniera meccanica
  2. Con l’utilizzo di una motozappa
  3. Con l’utilizzo di un motocoltivatore con una fresa

Tuttavia tutti questi interventi precedono il lavoro del rastrello, il quale compito è quello di “pulire” il terreno da tutti i sassi portati in superficie dalla macchina, che muovendo la terra, riporta “su” i sassi che prima erano sotto.

Una volta tolti i sassi occorre fare la rastrellatura definitiva, livellando soltanto la terra pulita creandone il substrato ideale per la semina.

Ma se ti dicessi che esiste un modo per fare in un unico intervento i 3 punti precedenti?

Eh sì… si chiama INTERRASASSI, ed è una macchina speciale che accorcia tantissimo i tempi delle lavorazioni.

Non voglio illuderti… non è un trattore, né un laser, va utilizzata con maestria e non risolve problemi di sassi superiori al diametro di una pallina da tennis, in quel caso occorre prima fare una passata con l’erpice o l’escavatore per dissassare il tutto e passare successivamente per interrare i sassi più piccoli, che creano i problemi principali nei giardini privati.

L’interrasassi ti permette di interrare i sassi più piccoli ad una profondità regolabile in loco, e nello stesso tempo di fresare il terreno e livellarlo grazie ad una rete metallica posta sul retro della macchina seguita da un rullo.

Anche in questo caso il suo passaggio NON esclude il lavoro del rastello ma lo può ridurre di oltre il 60/70%, perché il grosso lo fa lei, un vantaggio non banale.

L’interrasassi che abbiamo noi è una macchina trainata da un motocoltivatore, ma viste le mille richieste di noleggio lo spechiamo anche qui: NON la noleggiamo ai privati ma esce sempre con l’operatore.

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Cancro del cipresso

Il cancro del cipresso è una malattia che si manifesta soprattutto nelle mezze stagioni perché come tutte le malattie funginee si propaga con l’umidità.

I suoi periodi preferiti sono la primavera e l’autunno, in particolare aprile, maggio e ottobre.

Il cancro del cipresso si manifesta, innanzitutto attaccando i rami esterni della chioma, per poi spostarsi all’interno, seccandola completamente col tempo.

E’ una malattia abbastanza veloce quindi è fondamentale effettuare una diagnosi accurata per poterne mettere in atto i giusti rimedi.

Il modo migliore per trattare i cipressi ammalati, è facendogli un trattamento fogliare, con una botticella a motore che consenta di irrorare completamente le chiome. 

Il prodotto da utilizzare varia a seconda delle registrazioni del momento, ma attualmente purtroppo non ci sono validi rimedi biologici.

Ci sono trattamenti bio che rallentano l’attività del cancro, ma non danno alcuna garanzia di risultato sull’effettiva efficacia del trattamento, per questo al momento consigliamo di intervenire con prodotti tradizionali chimici rivolgendosi al proprio rivenditore di fiducia.

La tempistica in questa malattia è fondamentale, se non bloccata in tempo rischia seriamente di compromettere l’intero cipresso entro lo stesso anno dell’attacco, occorre molta attenzione.

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Palo iniettore fai da te

A volte capitano dei problemi radicali, soprattutto nel caso di alberature come cedri o pini ma anche su siepi di piccolo / media dimensione.

Questo accade quando sotto il terreno arriva una malattia ed inizia a nutrirsi delle radici dell’arbusto o dell’albero.

E’ molto frequente e generalmente associato ad ingiallimenti della chioma o ad altre anomalie come disseccamento parziale di una o più parti della chioma stessa.

Essendo danni radicali non possiamo trattarli facendo dei trattamenti normali con l’atomizzatore o con la botticella a motore perché non entreremo a contatto con il patogeno, essendo sotto terra.

Dobbiamo procedere con dei trattamenti radicali e abbiamo 2 modi per poterlo fare, uno più professionale, l’altro meno ma non per questo meno efficace:

  1. Con il palo iniettore.
  2. Facendo dei normalissimi buchi con una forca sotto la chioma della piante ed irrorando la soluzione sul terreno in maniera che entri nei buchi, seppur impercettibili, creati da una comunissima forca.

Il primo metodo è sicuramente il più professionale ma anche il più oneroso perché serve acquistare il palo iniettore, attrezzo mediamente abbastanza costoso.

Questo tipo di trattamenti va fatto con una botte a motore staccando la classica lancia da trattamenti e montandogli il palo iniettore.

Il palo iniettore è un attrezzo con una leva che regola l’uscita dell’acqua e va piantato a 10 cm di profondità; una volta piantato, aprendo la leva, il palo iniettore lascerà passare l’acqua che andrà ad irrorare direttamente l’apparato radicale delle piante in difficoltà.

Una volta mollata la leva si può sollevare il palo iniettore e ripiantarlo a circa 1/1,5 metri di distanza rispetto al foro precedente.

Il secondo metodo è un metodo artigianale ma anch’esso perfettamente funzionante. 

Il concetto resta quello con unica differenza che il buco lo si fa con una forca e a quel punto la soluzione viene distribuita direttamente sul terreno e da li può scendere fino alle radici grazie ai fori fatti dalla forca.

Importante: in entrambi i casi non spingere il palo iniettore (o la forca) sotto i 10/15 cm di profondità perché il prodotto potrebbe essere dilavato. Inoltre i fori devono essere fatti ad almeno un metro di distanza dal fusto principale e fino alla fine della chioma, creando dei cerchi bucando tutta la zona un metro dopo l’altro.

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Sabbiatura (intervento da fare a settembre)

La sabbiatura del prato è un’intervento che merita di essere approfondito perché da esso viene determinata la qualità del tappeto erboso.

L’intervento consiste nel cospargere sul prato, dopo un’accurata arieggiatura, della sabbia silicea per effettuare, appunto, la sabbiatura del prato.

Non ha senso fare una sabbiatura senza prima aver fatto l’arieggiatura, perché la sabbia che andrebbe sparsa sul tappeto erboso verrebbe appoggiata su uno strato di materiale secco (chiamato feltro) che ne impedirebbe il corretto assorbimento.

Ecco perché si parla sempre di rigenerazione, ossia: arieggiatura, sabbiatura, trasemina e concimazione come di un pacchetto unico.

I vantaggi della sabbiatura sono i seguenti:

  1. Abbassa il PH del terreno rendendolo più ospitale verso le condizioni migliori di germinazione e mantenimento delle sementi.
  2. Favorisce l’assorbimento dell’acqua in quanto modificandone il terreno lo rende più sciolto.
    Questo per l’effetto contrario risulterà con meno ristagno soprattutto nei giardini esposti a nord o comunque all’ombra, ad esempio sotto qualche piccolo albero, in mezzo alle case oppure in fasce coperte da muri alti di confine.
    (Il ristagno idrico è la causa n.1 di difficoltà radicali soprattutto nelle mezze stagioni e d’inverno).
  3. La sabbia essendo arida sfavorisce l’insediamento delle erbe infestanti che cercano terreni molto migliori per potersi insediare. Questo non è garanzia di pulizia, tuttavia per la nostra esperienza diretta si risparmiano 1 o 2 diserbi all’anno, con conseguenti vantaggi in termini ambientali ed economici per tutti.

La sabbiatura va fatta SOLO con sabbia silicea (o di fiume), NON vanno bene tutti i tipi di sabbie, perché le sabbie edili hanno un PH calcareo, utilizzando quelle, otterremo esattamente l’effetto contrario: rovineremo tutto (pesantemente).

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Chiusura per ferie 08/08-26/08

Avvisiamo tutti i nostri cari clienti che dal 08/08 al 26/08 rimarremo chiusi per ferie. Per urgenze (es. rotture impianto idraulico) potete contattarci ai nostri soliti recapiti.

Buone ferie a tutti!!!!